1 – La Terra sta progressivamente rallentando la sua rotazione

ABSTRACT:
Allontanando continuamente massa dall’asse di rotazione terrestre (in tutti i modi meglio precisati nel testo che segue), praticamente rendiamo più “faticosa” la rotazione della Terra, perché ne aumentiamo l”inerzia rotazionale”; (più propriamente “Momento d’inerzia” in Fisica). Non essendoci nessuno (ma proprio nessuno) che gli può dare un po’ di energia in più per far fronte a questa aumentata fatica, La Terra deve necessariamente rallentare, con tutte le disastrose conseguenze di cui è detto nel resto del blog. L’analisi proposta di seguito, è intesa a dimostrare che i significativi cambiamenti apportati alla distribuzione della massa della Terra intorno al proprio asse e conseguenti alla forsennata e secolare attività estrattiva follemente perseguita dall’uomo, ne causano il rallentamento. Rallentamento reso ormai certo dalla periodica necessità di fermare gli orologi atomici dell’UIT (Unione Internazionele delle Telecomunicazioni) che segnano il “Tempo Coordinato Universale”, per rimetterlo in sincronismo con il tempo naturale segnato dalla rotazione terrestre; il quale, per la motivazione sopra rappresentata, rallenta di circa 1 secondo ogni circa 18 mesi. E’ una operazione nota come “Leap second” (salto del secondo) che viene effettuata per l’appunto ogni circa 18 mesi, ma che viene vergognosamente taciuta, in primis dall’UIT e dalla scienza ed a seguire dalla stampa e dalla politica. L’analisi quì proposta, risulta indirettamente ma autorevolmente confermata anche dalla NASA (ovviamente a prescindere dal mio blog); i suoi ricercatori infatti, forse per criticare i cinesi divenuti pericolosi competitor nella conquista dello spazio, si sono scomodati a calcolare il rallentamento che ha subito la rotazione della Terra in seguito all’entrata in funzione di una imponente diga costruita in Cina, detta delle tre gole (Three Gorge Dam); rallentamento dovuto all’aumento dell’inerzia rotazionale della Terra, conseguente all’allontanamento dall’asse di rotazione terrestre dell’acqua accumulata nell’invaso; allontanamento pari ai 175 metri di quota della diga. Si tratta di circa 10 miglia cubiche di acqua, con un peso pari a circa 40 miliardi di tonnellate. Per verifica, ecco il link di accesso alla pubblicazione della notizia:
http://www.businessinsider.com/chinas-three-gorges-dam-really-will-slow-the-earths-rotation-2010-6
Considerata la fonte, è da considerare una inconfutabile conferma del ragionamento e delle analisi proposte in questo blog: se una quantità di acqua, tutto sommato esigua se valutata in un contesto planetario, ha causato un rallentamento della Terra cui è seguito l’allungamento di 60 nanosecondi del giorno solare, è evidente che il rallentamento determinato da tutte le numerose e gravissime cause indicate nel blog è di gran lunga maggiore; e forse anche superiore ai 40 secondi presi a base nell’analisi proposta, per calcolare la riduzione di velocità e quindi della diminuzione di forza centrifuga che è all’origine del restringimento della Terra.

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Tutti qualche volta hanno certamente sentito parlare di energia dai loro professori delle scuole medie o superiori; e tutti certamente ricordano una frase che veniva spesso ripetuta come un mantra: “L’energia non si crea ne si distrugge; si può solo trasformare”. Sintetizza la ineludibile legge della Fisica che consente all’universo ed a noi stessi di esistere (8), perché l’energia vorticosa degli elettroni che mantengono integri gli atomi di cui tutti noi siamo fatti e di cui è fatta tutta la materia dell’universo, si conserva indefinitamente; o quanto meno per la semieternità compresa fra un big bang e l’altro (perché nel breve periodo di transizione da un big crash ad un nuovo big bang, l’energia di compressione e quindi la temperatura di tutta la materia dell’universo che si è concentrata, è talmente smisuratamente grande, che anche le minuscole coriacee particelle di cui siamo fatti (protoni, neutroni ecc.) e che solo nel grande acceleratore del CERN di Ginevra si riescono appena a frammentare, vengono fuse e assumono nuove e sconosciute forme di aggregazione: stringhe; dicono alcuni fisici teorici). La legge di conservazione dell’energia ci consente anche di esplorare l’universo con astronavi che anch’esse conservano indefinitamente la iniziale spinta che gli viene trasferita in fase di lancio dai razzi propulsori; ed è grazie a questo principio di conservazione che possono viaggiare indefinitamente mantenendo immutata la loro velocità senza che nessun motore le spinga. Anche la nostra Terra conserva tutta l’energia primordiale, ricevuta dagli altri corpi celesti che con essa si scontravano e si fondevano quando, circa cinque miliardi di anni fa, ha avuto origine in quella nebulosa di materiali cosmici che orbitavano intorno al sole: una sorta di nursery di incubazione dei pianeti, noto come disco protoplanetario; formato da enormi quantità di materiali cosmici, che per successive aggregazioni e fusioni dovute alla reciproca attrazione gravitazionale (4),  ha portato alla formazione della Terra e di tutti i pianeti suoi fratelli. Una energia praticamente immutata, che si conserva indefinitamente, perché il suo complesso movimento (intorno a se stessa, intorno al sole ed intorno al buco nero della Via Lattea) nel vuoto più totale, non implica alcuna dissipazione di energia; è per questo che il suo complesso e velocissimo movimento, continuerà fino alla fine dell’universo, se mai ci sarà. Ciò che invece è cambiato e sta ancora cambiando, per il dissennato intervento dell’uomo, è la distribuzione della massa terrestre rispetto al suo asse di rotazione; peraltro cambiata in modo disordinato e disuniforme con imprevedibili riflessi anche sulla regolarità del moto di precessione dell’asse terrestre. Ingenti quantità di combustibili fossili e minerali vari, estratti dalle profondità della Terra, che per la loro gran parte, trasformati in CO2 dalla combustione, si allontanano ancora di più diffondendo nell’atmosfera per km di altezza. L’effetto serra che ne deriva causa lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari e gran parte di quell’acqua di scioglimento fa aumentare il livello degli oceani (il che equivale a far allontanare dall’asse terrestre quelle acque per migliaia di km, dalle elevate latitudini polari o prossime ai poli, verso l’equatore). Non è ormai più neanche trascurabile l’enorme allontanamento di masse, causato dalla costruzione in ogni parte del mondo di diecine di migliaia di altissimi grattacieli; di un grande numero di invasi idroelettrici che accumulano a quote anche abbastanza elevate, ingenti quantità di acqua sottratta agli oceani; di una quantità ormai smisurata di metalli (ferro, rame, alluminio, oro ecc.) ottenuti da minerali estratti da miniere a volte molto profonde. Tutto ciò fa aumentare l’inerzia rotazionale della Terra (più propriamente nota come “Momento d’inerzia”) che quindi, a parità di energia posseduta, deve inevitabilmente rallentare. Che ciò accada è ineluttabile, perché l’allontanamento dall’asse di rotazione di una parte della massa, rende più “Faticosa” la rotazione; il ché vuol dire che per mantenere la stessa velocità occorrerebbe più energia; ma non c’è nulla che possa dare più energia alla Terra e quindi, deve necessariamente rallentare. Il momento d’inerzia della Terra è una di quelle COSTANTI PRIMORDIALI che non dovrebbero essere assolutamente cambiate, come anche l’angolo di inclinazione dell’asse terrestre (inclinazione assiale attualmente pari a 23° e 27′), dal quale come è ben noto, dipende l’alternarsi delle stagioni. Quest’ultima non è una vera e propria costante, perché con ciclicità di circa 40 mila anni, il suo valore oscilla da un minimo di 22° e 5′ ad un massimo di 24° e 5′). E’ una inclinazione dalla quale dipende fortemente il clima; e sembra che alcune passate glaciazioni siano dipese proprio dalle anomale variazioni di tale angolo.  Si tratta di mutamenti enormemente gravi, non solo per le conseguenze che se ne hanno, ma anche perché poi non si può più tornare indietro. Viceversa, per inconsapevole o per criminale stupidità, tutto ciò, nel più totale silenzio di tutti, sta avvenendo da oltre due secoli. Che il rallentamento della Terra sia assolutamente certo, è in relazione alle certe ed ineludibili leggi della fisica; è quindi un rallentamento reale, che viene strumentalmente rilevato, attraverso precisissime misure della durata del giorno (che gli studiosi di fisica terrestre chiamano LOD; acronimo di “Lenght Of Day”), effettuate con la rete di orologi atomici della UIT (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni). E’ tanto vero che l’UIT, cui è demandato il controllo del tempo ufficiale (quello segnato dagli orologi di tutto il mondo), per evitare che il tempo segnato dai nostri orologi perda progressivamente la corrispondenza con gli abituali orari con cui si susseguono il giorno e la notte, ogni qual volta la Terra, a causa del suo rallentamento, accumula un ritardo pari ad 1 secondo (il che, al ritmo attuale, avviene mediamente ogni circa 18 mesi), loro fermano per 1 secondo i loro orologi atomici, per rimetterli d’accordo con il rallentato tempo naturale terrestre. E’ una operazione che usualmente fanno alla mezzanotte del 30 giugno successivo al maturato ritardo di 1 secondo ed è nota come operazione “Leap second” (salto del secondo); in italiano è tradotto come “Secondo intercalare” (6). Senza sapere nulla di tutto ciò, perché incredibilmente nessuno ne parla, dopo che l’ha fatta l’UIT, inconsapevolmente la stessa operazione la facciamo anche noi con i nostri orologi, quando li sincronizziamo con i segnali orari diffusi dalla televisione (cioè proprio da quelli dell’UIT). Anche con riguardo allo squilibrio che sta subendo l’inclinazione dell’asse terrestre, sembra che nessuno se ne stia occupando e preoccupando. E’ però assolutamente certo che lo sversamento nel mare di tutto il petrolio contenuto nel giacimento “Macondo”, avvenuto nel 2010 nel golfo del Messico, fatte le debite proporzioni, può essere assimilato alla perdita di una delle piccole zavorre di piombo che il gommista applica sul cerchione della ruota di un automobile, durante l’operazione di equilibratura. La vibrazione che ne subisce l’intera automobile e nettamente avvertibile sul volante, è determinata dal fatto che il piano di rotazione di quella ruota, non è più stabile, ma oscillate e con esso oscillerà anche il suo asse di rotazione, descrivendo un cono: è un movimento al quale, come è noto, viene dato il nome di precessione. L’ampiezza angolare di quel moto, coincidente con l’angolo al vertice del cono descritto, e tanto più grande è la massa spostata, più tale angolo è ampio e più sarà forte la vibrazione che si trasmette sul veicolo. Se ciò è vero ed è vero per le ineludibili leggi della Fisica, qualche scienziato addetto ai lavori si è mai preoccupato di mettere in relazione le anomalie che sicuramente ha subito il moto di precessione dell’asse terrestre, con le abnormi estrazioni di petrolio che da decine di anni interessano tutta la ricchissima area petrolifera del medio oriente? La risposta è NO! Se fosse si, chi  lo ha fatto, non ha certamente reso pubblici i risultati del suo studio: per propria scelta, o per costrizione?

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